Appennino modenese: quelle cento sentinelle, angeli custodi dei boschi / Notizia

Domenica 11 agosto 2013 - Gazzetta di Modena

MODENA (10 ago. 2013) - Viaggio nel mondo dell'avvistamento degli incendi. La Protezione Civile ha aperto le porte alla “Gazzetta” del Centro unificato provinciale di Marzaglia e del punto di avvistamento di Sasso della Croce.

Per la decima edizione degli avvistamento provinciale, sono impiegati cento volontari sino al 15 settembre, i sabati e le domeniche dalle 14 alle 19. Nella base avviene il coordinamento delle attività per contrastare gli incendi boschivi. È presente una sala operativa, in cui il coordinatore lavora in sinergia con gli operatori radio e gli addetti della segreteria; è in questo luogo che giungono le informazioni dagli “avamposti” presenti su tutto il territorio, segnalate al Coordinamento di Bologna.

I punti sono: Monte Calvanella, Monte Cantiere, Sasso della Croce, Monte Nuda, Monte Ravaglia, Torre di Gaiato, Monte Pizzicano e Croce di Costrignano.

In caso di avvistamento, i volontari acquisiscono le coordinate del luogo con la tecnica della triangolazione. Un punto di avvistamento rileva l’azimut, vale a dire l’angolo in gradi dalla località da cui è partita il fumo (per esempio 180° direzione sud). La stessa operazione è richiesta dalla base a un altro punto di avvistamento lì vicino (proseguendo il caso di prima, supponiamo 45° nord). Intersecando le due linee immaginarie tracciate, si ottiene un’indicazione su dove sono presenti le fiamme.

Informazioni utili per le squadre mobili, che riescono a sapere verso quale direzione procedere, anche grazie al Gps e alla conoscenza del territorio.

Andiamo quindi al punto di avvistamento nei pressi dei Sassi di Roccamalatina. «In ogni punto ci sono due volontari – spiegano gli accompagnatori – perché accedere non è sempre facile. Quindi avere una mano può essere importante».

Per salire sul “Mo 14”, come è chiamata in codice l’area, è necessaria arrampicarsi su un percorso pieno di scalini naturali di altezza variabile e attenersi a passamano e ad appigli naturali.

Un sentiero che si può rivelare insidioso in caso di pioggia. Arrivati in cima, il panorama è davvero ad ampio raggio: chilometri e chilometri si stendono alla vista. Binocolo d’obbligo, poi bussola e cartina per poter fornire via radio le migliori coordinate in caso di avvistamento, utilizzando sempre il metodo della triangolazione.

Negli ultimi anni, sono stati individuati alcuni incendi: quest’anno il focolare a Guiglia, negli scorsi interventi sparsi, tra cui uno che ha richiesto l’intervento di un Canadair, velivoli che hanno in dotazione liquidi con agenti ritardanti e coloranti per indicare meglio l’area.

I volontari devono essere formati dalla Protezione Civile sia in ambito teorico (conoscenze topografiche, a esempio) sia nella pratica.

Le “sentinelle” non intervengono direttamente, ma segnalano gli interventi alle mobili che si muovono sul territorio in numero di quattro o sei alla volta. Hanno in dotazione un carico di acqua che può variare dai quattrocento ai seicento litri.

Nessuna schiuma, come nel caso degli incendi provocati da centrali elettriche. Radio, cartine e bussole sono affiancate dai moderni Gps per sapere subito meglio dove intervenire.