Carpi: approvato il Piano comunale di emergenza di Protezione Civile / Notizia

Lunedì 14 luglio 2008 - Bologna 2000

CARPI (14 lug. 2008) - Il Piano comunale di emergenza di Protezione Civile è stato approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Carpi nella seduta del 10 luglio scorso: il Piano, primo ad essere arrivato all’approvazione del civico consesso in ambito provinciale, è stato illustrato a grandi linee dall’assessore Lella Rizzi, dal dirigente comunale Norberto Carboni e dal referente Claudio Lodi.

Rizzi ha ricordato come siano già state individuate sul territorio comunale le venti aree che verranno messe a disposizione in caso di emergenze di Protezione Civile per accogliere la popolazione e come l’amministrazione comunale abbia già aderito al Fondo provinciale rischi in materia. Rizzi ha inoltre sottolineato “come questo Piano sia molto concreto, definisce chi fa che cosa e quando, mantenendo il Piano provinciale come riferimento per il coordinamento degli interventi. Tra le sue finalità ovviamente in primis figurano la salvaguardia delle persone e dei beni, attraverso il coinvolgimento del personale comunale e delle associazioni di volontariato operanti nel campo della Protezione Civile, oltre che di privati che possiedono mezzi e materiali utili alla bisogna”.

Claudio Lodi ha poi passato in rassegna le caratteristiche del Piano, definito assieme alla Provincia e che comprende tutte le situazioni di possibili emergenze, siano esse di tipo industriale, sismico, idraulico: “un piano innovativo, che pianifica le azioni da svolgere – ha detto Lodi - individua un Nucleo operativo comunale ed è continuamente aggiornabile: lo abbiamo sperimentato il 20 maggio con la piena del Secchia, che è stata il banco di prova per le nostre strutture. Individua i punti critici, le vie di comunicazione per i soccorsi, le aree dove fare convergere la popolazione in caso di emergenza: inoltre definisce la catena gerarchica che va dal Sindaco all’Assessore e al Direttore generale del Comune, fino al dirigente del Servizio e al suo referente (con relativi sostituti) e ai responsabili delle diverse funzioni: tecniche, sanitarie, dedicate alle telecomunicazioni, alle associazioni di volontariato, all’ assistenza, di censimento danni, eccetera.

Tre le fasi di intervento: di attenzione, di preallarme, quando si costituisce il Centro operativo comunale, e infine di vera e propria emergenza. Stiamo pensando ad iniziative specifiche per informare la popolazione dell’esistenza di questo Piano e delle procedure da adottare. Molto importanti sono anche gli aspetti relazionali tra le persone che saranno chiamate ad operare”. I maggiori rischi per Carpi sono quelli di tipo sismico e industriale (due le imprese che si trovano al di fuori, ma di poco, dal territorio comunale) entrambi imprevedibili mentre eventi legati all’esondazione dei fiumi, alle nevicate o al vento, sono prevedibili con un certo preavviso.

Diversi gli interventi nel corso del dibattito: chi (come Stefania Gasparini del Pd) ha fatto i complimenti ai tecnici che hanno lavorato al Piano; chi (Claudio Boccaletti di LtC) ha invece suggerito di utilizzare in caso di emergenza gli Sms per informare velocemente la popolazione; chi ancora (Leda Tirelli, An) ha sottolineato il fatto che solo ora il Consiglio comunale sia stato messo al corrente del lavoro fatto nel campo della Protezione Civile. E se Massimo Valentini (Rc) ha invece ribadito come pure l’inquinamento da polveri sottili sia un rischio da considerare e da valutare come emergenza costante su cui intervenire con modalità di informazione Paolo Zironi (Pd) ha ricordato l’importanza dal canto suo di una adeguata formazione per le associazioni di volontariato che saranno chiamate a dare il loro contributo, grazie anche alla loro conoscenza del territorio.

Claudio Lodi in sede di replica ha ricordato come il nemico numero uno in casi di emergenza sia il panico e quindi come sia importante l’organizzazione, l’informazione, la qualificazione del personale e delle strutture interne per compiere un’opera adeguata di Protezione Civile. “Non tutti i volontari saranno chiamati in causa, solo quelli che hanno competenze specifiche come i radioamatori e Croce Rossa e Croce Blu ad esempio: e comunque faranno capo alla Consulta provinciale del volontariato, non al Comune”. Su questo tema è intervenuta poi l’assessore Rizzi, che ha auspicato che a Marzaglia sorga una sede unica per la sede della Protezione Civile e della Consulta provinciale del volontariato, per garantire una maggiore integrazione in questo campo. “Faremo di tutto per garantire la massima sussidiarietà”. Roberto Andreoli in sede di dichiarazione di voto finale infine si è detto certo che sarebbe più utile coinvolgere su queste tematiche a livello di area vasta gli altri comuni dell’Unione Terre d’argine.