MODENA (25 feb. 2008) - LA BOMBA è brillata alle 13.30. Lampi di fuoco hanno illuminato l’aperta campagna, tra le frazioni di Dogaro e Ca’ Bianca, e il boato dello scoppio ha regalato sensazioni da brivido. Il Reggimento Genio guastatori di Cremona si è occupato dell’operazione. La bomba di 500 libbre di fabbricazione americana, rinvenuta a gennaio nei pressi del ponte della Provinciale Panaria Bassa dalla ditta Ccm, durante i lavori di bonifica per il raddoppio del tratto ferroviario Bologna Verona, andava trattata al pari di un vaso di cristallo. La bomba di Camposanto era infatti tra le priorità della centrale operativa della Protezione Civile e ieri da Roma sono giunte più telefonate al vice prefetto Mario Ventura, al vice aggiunto Giorgio Zanoli e al funzionario Giovanni Zucconi. Il sindaco Mila Neri, assieme alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco, ai vigili urbani, alla Protezioni civile, alla Croce blu, Avap, 118, guardie ecologiche, e ai tanti volontari, ha ricevuto le congratulazioni del Capitano di Reggimento Saverio Cucinotta e del colonnello Salvatore Ciancimino.
ALLE 6, ora in cui le sirene e le campane a martello svegliano sotto una fitta coltre di nebbia i camposantesi. Alle 8.30, ora in cui il paese sarà deserto, il numero degli sfollati temporanei inseriti nel centro sportivo di San Felice e nella casa protetta di Cavezzo (20 anziani disabili) e di gran lunga inferiore alle previsioni: una cinquantina. I rimanenti, dei tremila evacuati, sono partiti per raggiungere parenti, amici, località turistiche. Alle 8.30, anche le Provinciali 5 per Cavezzo, 568 (Crevalcore-San Felice), 2 Panaria Bassa sono bloccate da segnali di divieto d’accesso. La polizia municipale inizia il lungo lavoro di deviazione del traffico. Intanto, al centro sportivo di San Felice, il presidente Giordano Mestola, assieme ai volontari della Protezione Civile della Bassa, coordinati dal responsabile della Provincia Francesco Gelmuzzi, accoglie trenta sfollati. C’è chi è sprovvisto di auto, come Carolina Moi e il marito, chi come Abdellah Chaarani, con moglie e tre figli piccoli, non vuole disturbare i parenti, c’è chi è solo e anziano, e chi, come Oneglio Bergamini, 70 anni, ha la gamba in gesso. Ma c’è pure chi, come Mario Levagnini e la moglie, presidente del consiglio comunale di Finale, sono lì di passaggio: “Andiamo nel Mantovano a gustare il risotto”. Fino al pomeriggio, la centrale operativa di ‘Bottegone’ è teatro di un grande andirivieni. A cento metri, è in funzione la centrale operativa della Croce Blu (Camposanto, Mirandola. San Prospero, Castelfranco Emilia), composta da 50 volontari coordinati da Enrico Scannavini. Alle 15, sotto un sole caldo, tutti di nuovo a casa.
Domenica 24 febbraio 2008 ore 07:30 - 16:30 (Camposanto (MO))