Maltempo, Reno esonda a Malalbergo / Notizia

Martedì 2 dicembre 2008 - La Repubblica.it

BOLOGNA (2 dic. 2008) - «Ma dove sono i camion? Perché quelle ruspe portano un masso per volta? I camion li voglio vedere passare di qui. Non di là! E dov´è la ghiaia e dove sono i massi che devono arrivare da Fiorenzuola?». L´ingegner Giuseppe Simoni, il capo del Servizio tecnico regionale del bacino del Reno, sembra un Napoleone che nel fango stia per perdere la sua battaglia di Waterloo. Sono cinquant´anni che sul Reno non si vedeva una piena così grande e ora che è successo, ora che il Reno si è mangiato e portato via un costone di argine largo dieci braccia e Malalbergo, già con i canali al limite, rischia di finire sott´acqua con tutte le sue case e il sindaco Massimiliano Vogli trema al solo pensiero, i camion con i massi ciclopici ordinati alle otto di mattina ancora non si vedono.

Sono le due del pomeriggio, in questo angolo di pianura che conoscono solo quelli della Bonifica Renana e i cacciatori. Cinque chilometri in là c´è Malalbergo, un paio di chilometri in qua Passo Segni. Questo è il punto in cui il canale Navile confluisce nel Reno. Qui c´è una chiavica, la Nuova Portoni e proprio in quel punto ha ceduto il terreno. Una voragine, un torrente d´acqua che sprofonda da cinque metri d´altezza schiumeggiando. Milioni di litri riversati nel Navile, fino a Malalbergo e oltre. Alle quattro di notte se n´è accorto un dipendente della Renana, Marco Fornasari, in perlustrazione: «Mi sono accorto che sul Navile c´era un´enorme ferita. A ripensarci, ho anche rischiato la vita ad avvicinarmi, il terreno stava franando».

L´allarme è scattato subito, quattro case coloniche sono state evacuate, quattro famiglie e 25 persone ospitate dal Comune, ma poi anche la Protezione civile ha rischiato di impantanarsi in una giornata di emergenza. L´ingegner Demetrio Egidi, massima autorità operativa, ad un certo punto ha lasciato Malalbergo per andare a Concordia, nella bassa modenese, dove il Secchia era salito di 11 metri. Alle undici di mattina le idee a Malalbergo, dove i Vigili del Fuoco hanno lavorato tutta la notte e la mattina con le idrovore e le scuole sono state chiuse, sembravano chiare per risolvere il guaio: tagliare l´argine del Navile a metà strada tra la Nuova Portoni e il paese assediato dall´acqua e contemporaneamente costruire una corona di massi ciclopici a ridosso della falla, per formare un lago di contenimento.

Ma mentre il taglio del Navile e l´apertura di una paratia sono riusciti a salvare il paese, la barriera alle due del pomeriggio è ancora da cominciare. Per portare quei massi ci sarebbe voluto, appunto, un ciclope. Contrariamente a quanto aveva ordinato l´ingegner Simoni, hanno cercato di far passare i camion da un´altra strada sull´argine, per evitare la prima pista che ha un´erta finale scivolosa. Ma gli autisti, appena vista la condizione della cavedagna tra distese d´acqua, si sono rifiutati di proseguire. Da quella pista sono arrivati solo cinque o sei ruspe che hanno portato ciascuna un solo masso. Un po´ poco per chiudere un fiume. «E per arrivare fin qui ci abbiamo messo un´ora». Ecco perché l´ingegner Simoni è indispettito. «Ora bisogna far arrivare un camion di ghiaia e uno di massi, alternati». Il primo camion arriva alle tre meno un quarto, preceduto da una gru cingolata che riduce ancora peggio la strada fangosa. Il camper-ufficio della Protezione Civile non riesce a salire la rampa finale, la gru invece che gettare i primi macigni nel fiume deve andare in suo soccorso.

Intanto, nell´attesa dei massi che non arrivano, i dirigenti della Bonifica Renana, che hanno dovuto accogliere nei loro canali tutta l´acqua esondata dal Reno, decidono di tentare da soli. Il direttore generale Agostino Parigi vuol gettare delle paratìe di ferro, saldate tra loro, nel varco largo sei metri che passa sotto la chiavica dell´Ottocento, lì di fronte a quella che è saltata. Un´idea che l´ingegner Demetrio Egidi, insieme al suo vice Ferruccio Melloni, aveva respinto come inutile. Ma anche le paratìe, che si trovano ad Argenta, alle quattro del pomeriggio, devono ancora arrivare. Buone notizie, però: l´acqua sta calando di 10 centimetri all´ora. Intanto, la presidente della Provincia Beatrice Draghetti, la mattina in visita a Malalbergo, dice che valuterà se chiedere lo stato di calamità.

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