Frane: "Situazione drammatica: servono risorse" / Notizia

Venerdì 16 aprile 2004 - Emilianet

TOANO (RE, 16 apr. 2004) - "La situazione dopo le precipitazioni di quest'inverno, sull'appennino emiliano, è un macello". Sta in queste parole, molto dirette, pronunciate dall'assessore regionale alla difesa del suolo Mario Luigi Bruschini, l'importanza che ha rivestito il convegno organizzato ieri pomeriggio dal comune di Toano a Ponte Dolo e intitolato "Nelle zone matildiche dell'Appennino reggiano e modenese - Emergenza frane: quali soluzioni?".

L'iniziativa ha riempito la sala del ristorante del cacciatori, facendo registrare una affluenza massiccia. Erano presenti anche numerosi amministratori del territorio collinare e appenninico reggiano e modenese, assessori provinciali di Reggio e Modena, l'assessore Bruschini e diversi parlamentari eletti nei collegi delle due province: gli onorevoli Oliviero Diliberto e Pierluigi Castagnetti ed i senatori Lanfranco Turci e Fausto Giovanelli. A fare gli onori di casa è stato il Sindaco di Toano, Luigi Fioroni: "Ci è sembrato opportuno organizzare un incontro con i nostri parlamentari eletti nella provincia di Reggio Emilia e Modena per informarli della grave situazione di dissesto idrogeologico delle terre Matildiche. La situazione è particolarmente grave e variegata nella sua complessità: passando da Rossena con risvolti negativi dal punto di vista turistico, Baiso con problemi dal punto di vista viabilistico con rischio di interruzione della ex statale 488, Montefiorino e Toano con problemi di sicurezza idraulica del torrente Dolo. A me spetta il compito di porre con forza, dal punto di vista politico, l'attenzione sulla difesa del territorio della nostra montagna. E questo lo possiamo fare con risorse e uomini".

Ad aprire il dibattito è stata una dettagliata illustrazione dei tecnici del Servizio di Bacino Enza e sinistra Secchia. Ha spiegato il dottor Gaetano Sartini: "Sono ancora in corso gli interventi per le situazioni alluvionali del 2000: solo nella provincia di Reggio ci sono stati lavori per 41 milioni di euro, con la stabilizzazione di movimenti franosi conosciuti e cronicizzati come Magliatica, Baiso capoluogo, Acquabona, Valestra: sono state utilizzate tecniche di drenaggio in profondità e opere di rinforzo specialistiche". In relazione ai movimenti creatisi questa primavera ha aggiunto: "La frana di Baiso, in località Ca'Lita-Corciolano è stata giudicata dalla commissione grandi rischi, venuta in visita due settimane fa, la più grande in regione in questo momento, con 50 milioni di metricubi in movimento, pari a 50 ettari di terreno. Dalla visita è avanzata di circa 100 metri ed ora minaccia la ex statale del Passo Radici. Ci sono poi i movimenti di Rossena e della rupe di Canossa, più piccoli (Rossena riguarda circa 2 milioni di metricubi) ma con maggiori implicazioni per le testimonianze architettoniche di grande rilievo".

E' stata anche illustrata una tabella (vedi allegato in basso) che quantifica sommariamente i danni provocati dalle eccezionali precipitazioni di quest'inverno: tra pubblico e privati si arriva a superare i 25 milioni di euro. Ha aggiunto il dottor Leuratti del servizio tecnico di bacino Modenese: "Queste situazioni sono dovute ad un cambiamento delle precipitazioni, non ad un loro aumento: ce lo dicono le statistiche. Oggi piove, o nevica, con fortissima intensità per brevi periodi, una situazione che ha una incidenza molto forte sull'Appennino".

E' toccato poi a Bruschini aprire le considerazioni politiche: "Se in questa zona non si è mai finiti nella cronaca nera relativa alla difesa del suolo, per intenderci non ci sono mai state tragedie come a Sarno o Stava, non è certamente perché la situazione sia meno grave, ma è per il livello di qualità amministrativa di questo territorio, che fa sistema tra gli enti locali, le bonifiche, i vigili del fuoco, la guardia forestale eccetera. La maggioranza delle frane gravi in regione si concentra sull'Appennino emiliano: dopo quest'inverno qui è un macello, per uscire da termini tecnici. C'è una vulnerabilità diffusissima di queste zone, soprattutto nella fascia della bassa montagna per la sua composizione geologica. Nel 2000 abbiamo potuto compiere interventi importanti ma dobbiamo "ringraziare" due eventi disastrosi, l'alluvione e la piena del Po, per i quali arrivò una fetta consistente di finanziamenti. Ora le prospettive per i prossimi anni sono preoccupanti: non c'è nessuna certezza di regolarità di finanziamenti. Ci arrabattiamo in una situazione difficilissima".

Le conclusioni sono state affidate ai parlamentari. Fausto Giovanelli e Lanfranco Turci hanno presentato nei giorni scorsi due interrogazioni parlamentari per chiedere che in merito alle condizioni meteorologiche eccezionali sull'Appennino reggiano-modenese sia dichiarata lo stato di calamità: "E' grave che questo non sia stato ancora fatto _ha spiegato Giovanelli_. E' evidente che su questo tipo di eventi è impossibile la prevenzione totale, ma da qui a non far nulla la differenza è grande. In situazioni meno gravi la dichiarazione di calamità c'è stata: nel 2000 essa ci permise di dare risposte efficaci ad eventi come la frana di Poviglio: qui la situazione oggi è almeno altrettanto grave". Ha proseguito Diliberto: "Cosa si può fare in concreto? Benissimo questo convegno, per sensibilizzare, ma qui ci vogliono soldi, subito, spendibili in fretta, se no le popolazioni non potranno avere risposte concrete. Il Governo ha chiuso i serbatoi, con una scelta deliberata, proprio verso le zone amministrate dal centrosinistra".

La parola è poi passata a Castagnetti: "Sono impressionato dalle foto della frana di Baiso, che non avevo ancora potuto visitare. Il problema del dissesto idrogeologico è che la manutenzione ordinaria del territorio da sempre non né all'altezza delle necessità. Anche per questo non possiamo essere d'accordo con le recenti proposte del premier sul taglio delle tasse. Una posizione, la nostra, che qualcuno ha letto come un eccesso di conservatorismo. In realtà se lo Stato ha ancor meno disponibilità a farne le spese sono per primi quegli interventi fondamentali ma poco visibili, e che quindi creano meno consenso. Già oggi tutti piangono miseria: i ministri, il responsabile della protezione civile Bertolaso. Nessuno ha soldi". Infine Turci: "Il convegno è stato molto utile perché ci ha consentito una visione globale della situazione: sul concreto le proposte più immediate sono quelle contenute nell'in terrogazione: lo stato di calamità e la richiesta di stanziamenti specifici per le situazioni del Dolo, di Canossa, di Baiso. Cercheremo di coinvolgere anche gli onorevoli della maggioranza eletti in questi collegi".

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Da sabato 27 marzo 2004 a domenica 28 marzo 2004 (Ponte Dolo (Montefiorino))