Scosse, neve e gelo, volontari modenesi in trincea accanto ai terremotati / Notizia

Giovedì 19 gennaio 2017 - Gazzetta di Modena

Tre giorni sotto la neve, senza riscaldamento nei container dove dormono, senza allacciamenti per mettere a cuocere un po’ di pasta asciutta, senza acqua calda per fare la doccia. E poi le scosse. Tremende, in sequenza, senza tregua. I quindici volontari della Protezione civile modenese stanno vivendo in trincea una settimana di servizio. Prima di sabato non torneranno a casa e hanno trascorso una nottata - quella di martedì - da incubo con tutti i ripetitori in tilt a causa della neve che scende incessante e l’impossibilità di ricaricare i telefoni cellulari, che via via sono andati spegnendosi. Figurarsi l’apprensione dei familiari e degli amici che ieri mattina, dopo i violenti terremoti che hanno nuovamente sconvolto il Centro Italia, hanno invano cercato di contattarli.

«Siamo solo riusciti a parlare con il Centro servizi provinciale - spiega Marcello Bianchi, modenese che coordina i lavori a Caldarola, piccolo paese della provincia di Macerata, ormai deserto - e tramite loro avvertire i vari gruppi della provincia, spiegando che stiamo bene. O meglio, con le scosse un po’ di paura c’è stata, credo sia normale, ma stiamo lavorando sodo. Ci sono stati crolli in paese, tetti caduti sia per il terremoto e sia per il peso della neve. Da tre giorni non smette, operiamo con oltre un metro di coltre e con tutte le difficoltà dovute all’assenza di corrente elettrica. A pranzo, per i 70 pasti che produciamo, siamo stati costretti a fare un po’ di carne in padella, dando fondo alle ultime bombole di gas rimaste. La situazione qui è critica».

Con coraggio però i modenesi, che coordineranno per tutta la settimana il campo di Protezione civile di Caldarola, non abbassano la testa e tutti sono tornati alle loro mansioni abituali: chi in cucina, chi a gestire la segreteria e chi a combattere contro la neve, aprendo pertugi. Insieme a Bianchi ci sono anche Umberto Adani (Formigine), Raffaele Anemone (Terre Castelli), Francesca Battaglia (Finale Emilia), Moreno Bortolotti (Pavullo), Giulio Cappi (Carpi), Maria Teresa Donnini (Pavullo), arrivata martedì in sostituzione di Gabriele Martinello, Simone Ganzerli (San Prospero), Valentina Golinelli (Finale Emilia), Lorenza Merighi (Modena), Giulio Reggiani (San Possidonio), Gilberto Remondi (Finale Emilia), Stefano Selmi (Terre Castelli), Carlo Alberto Setti (Carpi), Sergio Vannini (Bastiglia) arrivato a destinazione soltanto martedì, nel pieno della tormenta.

A Norcia sono invece operativi tre volontari dell’Anpas modenese: anche loro, impegnati solitamente in cucina, stanno bene.

AIUTI DALLA REGIONE

A sostegno della Protezione civile modenese, sono partiti dall’Emilia Romagna altri otto volontari con due mezzi fuoristrada e due turbine spalaneve mentre a Caldarola sono già arrivati quattro gruppi elettrogeni che serviranno ad alimentare il riscaldamento della tensostruttura in cui è ospitato il servizio mensa alla popolazione e ad approvvigionare i dormitori, la farmacia e l’ambulatorio.

«Ci siamo mossi immediatamente e siamo pronti a potenziare la nostra presenza nelle aree colpite dal sisma - affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore alla Protezione civile, Paola Gazzolo- Adesso il problema maggiore è quello della neve e della mancanza di corrente. Cercheremo di soddisfare le nuove esigenze che dovessero emergere dal territorio o dal Dipartimento nazionale di protezione civile. Ora più che mai non ci tiriamo indietro, anzi potenziamo gli sforzi».

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